Pinguini stressati dalla presenza dell’uomo

La costante presenza dell’uomo stressa i pinguini, è quanto risulta dalla ricerca pubblicata sulla rivista BMC Ecology che ha analizzato i comportamenti di una colonia di pinguini reali che vivono sull’isola protetta di Possession nell’Arcipelago delle Crozet, dopo 50 anni di costante presenza dell’uomo.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Strasburgo, coordinato da Vincent Viblanc dell’Università di Losanna, ha messo a confronto 15 esemplari di pinguini reali (patagonicus Aptenodytes) cresciuti in zone quotidianamente disturbate da esseri umani con 18 pinguini cresciuti in zone indisturbate. Tutti selezionati da una covata di età compresa tra 2 giorni e 1 mese.

Utilizzando la frequenza cardiaca per indicare il livello di stress di ogni pinguino, gli studiosi hanno confrontato la risposta allo stress dei pinguini delle diverse aree in base a tre fattori. Due fattori di stress a bassa intensità ovvero l’avvicinamento di umani a 10 metri ed un forte rumore, imitato le azioni di turisti, ricercatori e rumori di macchine nei dintorni della colonia. E infine un fattore di stress ad alta intensità, una cattura, simulando le misurazioni scientifiche.

Rispetto ai pinguini provenienti da zone indisturbate, quelli provenienti dalle aree di intenso disturbo umano sono risultati essere meno stressati dal rumore e dagli esseri umani. Dopo la cattura la loro frequenza cardiaca massima è aumentata del 42%, recuperando però più velocemente. “I nostri risultati indicano un caso di adattamento fisiologico alla presenza umana di un colonia di pinguini reali studiata molto a lungo e sottolineano l’importanza di considerare i potenziali effetti della presenza dell’uomo negli studi ecologici”, ha commentato Viblanc.

I pinguini abituati all’uomo possono essere utili alla ricerca scientifica e alla gestione di un certo tipo di turismo. Tuttavia da questo studio emerge la questione della potenziale influenza delle attività umane sulla selezione della specie.

Ad esempio, il progressivo abbandono delle zone disturbate dagli esemplari più sensibili allo stress. Valutare l’impatto dell’uomo sulla fauna selvatica protetta, come nel caso dei pinguini reali è particolarmente importante se si considera il crescente interesse turistico nelle zone antartiche. “Una questione centrale per gli ecologisti è la misura con cui i disturbi di origine antropica (come il turismo) potrebbero avere un impatto sulla fauna selvatica e colpire lo stesso sistema in fase di studio”. “Uno dei problemi principali di tale ricerca – conclude – sta nel dimenticare che, dal punto di vista della fauna studiata, il turismo e la ricerca scientifica non sono affatto due mondi a parte”.

Redazione

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