Arriva dalla Nuova Zelanda il formaggio di cerva. Le analisi condotte dal Dipartimento di scienze alimentari dell’Università di Otago hanno identificato nel latte e quindi nel formaggio composti bioattivi unici, che possono rafforzare il sistema immunitario negli esseri umani.
I cervi furono introdotti in Nuova Zelanda verso la fine del 19esimo secolo per sport, ma si sono diffusi fuori controllo in assenza di predatori e grazie all’abbondanza di nutrimento. Ora vengono allevati per la carne, a basso contenuto di grasso e ricca in proteine, e per il “velluto” delle nuove corna che i maschi ricrescono ogni anno, che viene esportato in Asia dove è usato in medicina per i suoi composti bioattivi.
L’idea di produrre formaggio dal latte di cerva – ha detto il prof. Alaa El-Din A Bekhit che ha guidato la ricerca – è venuta dalla notizia che si vende a prezzi altissimi il formaggio di latte di asina, che ha alcune proprietà bioattive, mentre il latte di cerva ha proprietà ancora più benefiche.
Bekhit, specialista nell’identificare e sviluppare valore da prodotti agricoli secondari, ha guidato la ricerca con colleghi delle facoltà di biochimica e di immunologia. Se i benefici unici emersi in laboratorio saranno confermati, il latte e il formaggio di cerva può offrire migliori proprietà di ogni altro formaggio commerciale e assicurare forti vantaggi commerciali ai produttori, afferma Bekhit. “Il bello del latte di cerva è che contiene almeno il doppio dei solidi rispetto al latte di mucca”.
Il principale ostacolo alla produzione commerciale è la difficoltà di guidare gli animali nelle ristrettezze di una stalla di mungitura, ma gli allevatori che hanno fornito il latte avevano creato speciali sale imbottite e adattato le coppe di mungitura alle snelle mammelle delle cerve.
I primi formaggi prodotti saranno venduti a un’asta di beneficienza per la Cancer Society dopo sei mesi di stagionatura.