Dal Soave all’Etna patto di fuoco nel segno del Vulcano

Con la terza edizione di Vulcania, si è ufficializzata l’intesa tra il Consorzio del Soave, il Consorzio dell’Etna, il Consorzio dei Campi Flegrei, il Consorzio del Lessini Durello e il Consorzio del Gambellara, tutte aree viticole accomunate dall’origine vulcanica dei suoli.

Il neo-nato gruppo di lavoro punta a lanciare una strategia condivisa in tema di promozione dei vini bianchi italiani da suolo vulcanico sui mercati esteri.

Questo in sintesi quanto emerso nell’ambito di Vulcania 2011, il forum internazionale dei vini bianchi da suolo vulcanico, coordinato dal Consorzio del Soave in sinergia con Veneto Agricoltura, che ha avuto luogo a Montecchia di Crosara nei giorni scorsi, all’interno dell’azienda Sandro De Bruno.

Identità e sinergie sono dunque le parole chiave di quest’ultima edizione che ha coinvolto in Italia aree produttive quali la zona del Vesuvio e dei Campi Flegrei in Campania, l’Etna e Pantelleria in Sicilia, oltre che la zona del Frascati e del Viterbese nel Lazio, a fronte di altrettanto prestigiose aree viticole internazionali a marcata origine vulcanica quali Napa Valley (California), Casablanca Valley (Cile), Santorini (Grecia), Rias Baixas (Spagna), Stellembosch (Sud Africa), Isole Azzorre (Portogallo), Alture del Golan (Isralele), Yarra Valley (Australia).

Il Vulcano, analizzato prima dal punto di vista dei suoli e poi da quello del terroir, diventa ora una chiave di lettura trasversale, immediata e comprensibile, attraverso la quale è possibile comunicare i valori delle produzioni enologiche al consumatore finale, italiano ma soprattutto straniero.

L’evento, oltre che un luogo di discussione e di approfondimento, è stata un’occasione durante la quale le differenti zone produttive italiane si sono ritrovate in vista di un progetto comune e unitario in termini di offerta enologica nei confronti dei mercati esteri.

“Quella del Soave è l’area viticola di origine vulcanica più significativa in Italia per numeri e dimensioni – ha evidenziato Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio del Soave -. In tal senso abbiamo sentito la forte responsabilità di operare come capofila nell’azione di ricerca e di valorizzazione delle produzioni enologiche italiane da suolo vulcanico impegnandoci fin da subito a collaborare con zone produttive nazionali accomunate da questa particolare origine. Una scelta necessaria se si vuole accedere ai mercati esteri dove è indispensabile presentarsi compatti e riconoscibili”.

Una visione d’insieme, supportata anche dai recenti successi ottenuti dal Soave a New York e condivisa anche da Giuseppe Mannino, Presidente del Consorzio dell’Etna: “data l’attuale conformazione dei mercati, è indispensabile oggi muoversi in maniera congiunta. Il grande valore del progetto di Vulcania sta nell’aver trovato una chiave di lettura valida ovunque che accomuna produzioni enologiche italiane di elevata qualità senza per questo scalfirne peculiarità e caratteristiche”. Dello stesso avviso anche Michele Farro, Presidente del Consorzio dei Campi Flegrei che ha sottolineato la valenza internazione del progetto: “in questa due giorni, qui nel Soave, abbiamo avuto la fortuna di avere di fronte uno spaccato enologico di dimensione mondiale. E’ infatti il mondo il palcoscenico su cui siamo chiamati a salire. E’ una sfida globale dove coloro che si mettono in gioco non si possono oggi permettere errori”.

Vini di origine vulcanica, che non hanno escluso le bollicine. “Il Lessini Durello è l’unico spumante italiano prodotto da un suolo di origine vulcanica – ha sottolineato Andrea Bottaro, presidente del Consorzio del Lessini Durello – e per la nostra denominazione il format di Vulcania, data anche la contiguità con la zona del Soave, rappresenta un’occasione importante da cogliere in termini di visibilità e di valorizzazione, proprio quanto le nostre bollicine registrano un momento di particolare appeal tra i consumatori”. Giuseppe Zonin, presidente del Consorzio del Gambellara, sottolinea infine la necessità di operare in rete: “è finito il tempo dei campanili. E’ solo la condivisione di strategie e di obbiettivi che potrà garantire al vino italiano, nelle sue numerose sfumature, occasioni ed opportunità altrimenti improponibili. Vulcania in questo senso rappresenta uno sforzo notevole frutto di esperienza ma soprattuto di lungimiranza”.

L’edizione di Vulcania 2011 si chiude con un successo non solo in termini di presenze qualificate tra operatori di settore e giornalisti, ma anche come equilibrata sintesi di contenuto e di sostanza: in tale sede infatti oltre alle degustazioni coordinate Gianni Fabrizio e Nicola Frasson curatori della guida Vini Buoni d’Italia del Gambero Rosso, a cui si è aggiunta la brillante verve di Luca Gardini, miglior sommelier del Mondo 2010 WSA (Word Sommelier Award), hanno avuto spazio il linguaggio della fotografia grazie all’allestimento della mostra fotografica tratta da Soave Style, lavoro in bianco e nero firmato da Giò Martorana, e il teatro con un’originale interpretazione dal vivo del valore del vulcano curata dal gruppo Mamy.

Fonte: Asterisco Informazioni

 

Redazione

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