In 10 anni sono aumentati del 56% i consumi di peperoncino in Italia, ma solo il 30% è Made in Italy, il resto viene importato per un totale di quasi 3,4 milioni di chili nell’ultimo anno.
Lo fa sapere la Coldiretti, che partecipa alla Fiera mondiale del peperoncino a Rieti, sulla base dei dati Istat e Crea.
Il crescente apprezzamento dei consumatori e l’attenzione ai superfood, dei quali il peperoncino è uno dei campioni, offrono spazio allo sviluppo delle produzioni nazionali, soprattutto a fronte di un import che soddisfa i 2/3 del consumo nazionale proveniente in particolare da India, Cina, Messico ed Egitto, Paesi che non applicano gli stessi controlli e criteri di sicurezza alimentare Made in Italy. In Italia, afferma la Coldiretti, la coltivazione è diffusa su tutto il territorio a livello professionale e hobbistico, con appassionati che si scambiano semi di varietà rare e gareggiano sul filo dei gradi di piccante. Si tratta di una spezia presente in produzioni estensive, soprattutto in Calabria, ma anche in Lazio, Basilicata, Campania e Abruzzo.
I benefici del peperoncino derivano da un mix di sostanze antiossidanti di vitamina C, carotenoidi e polifenoli. Secondo diversi studi, avrebbe un’azione antibatterica e vasodilatatoria, contribuendo a tenere sotto controllo i valori del colesterolo e della pressione sanguigna. E non solo, perchè secondo una ricerca pubblicata nel 2017 sull’International Journal of Food Sciences and Nutrition, darebbe anche un contributo nelle diete dimagranti grazie al suo potenziale effetto positivo sul metabolismo.
Foto di Robert Owen-Wahl da Pixabay