Voleva solo un po’ d’acqua

f01Tutto ciò che Fadel Jaber voleva era solo un po’ di acqua per la sua famiglia.Ma Fadel vive nella Cisgiordania occupata, dove il governo israeliano ha deviato le tubature dell’acqua in modo da rifornire le piscine degli insediamenti ebraici e lasciare senz’acqua le case palestinesi.

Quando le autorità israeliane hanno portato via con la forza Fadel per essere andato a prendere l’acqua, ovunque si poteva sentire il pianto di suo figlio Khaled di cinque anni che urlava disperato  mentre portavano via suo papà.

Le immagini del piccolo Khaled che urla disperato mentre il padre viene portato via dalle forze di sicurezza israeliane sono difficili da mandare giù.

Questa è la quotidianità per i palestinesi che, sotto il terribile controllo dell’esercito, vivono senza i più basilari diritti umani e si sono visti sottrarre la terra e l’acqua in favore dei coloni. Ma ora dopo anni violenti e senza speranza sta crescendo un movimento, una resistenza nonviolenta che vuole le stesse cose che gli israeliani hanno già: libertà, dignità e uno Stato indipendente.

Per anni l’attenzione dei media è stata dedicata ai militanti palestinesi e oggi gli estremismi da entrambe le parti allontanano la pace sempre più. Ma in mezzo a tutto questo odio a rimetterci sono state le famiglie come quella di Fadel, che vogliono solo una vita normale. unoOra quelle famiglie stanno reagendo organizzando marce pacifiche e sit-in, collaborando con gli attivisti israeliani per ottenere giustizia e libertà. In tutta risposta gli organizzatori sono stati picchiati ed incarcerati dall’esercito israeliano.  Questa occupazione è andata avanti troppo a lungo, e per troppo a lungo la risoluzione del conflitto è stata gestita dai gruppi estremisti. Ora però, ci sono un paio di concetti su cui la maggior parte delle persone è d’accordo. Primo: sia i palestinesi che gli israeliani dovrebbero avere un proprio Stato; secondo: il trattamento ricevuto dai palestinesi nei territori occupati è un qualcosa che violenta il senso stesso di giustizia, dal diritto internazionale fino al senso comune. Persino inflessibili funzionari della sicurezza israeliana in pensione la pensano ormai così. Il Governo israeliano attuale però sta solo peggiorando le cose.

A parole appoggia i negoziati di pace e la soluzione dei due Stati, mentre nei fatti aumenta gli insediamenti in Cisgiordania, rendendo questa soluzione praticamente impossibile. Intanto nei territori occupati l’esercito sottopone la popolazione palestinese a delle leggi totalmente diverse da quelle cui rispondono i coloni, arrivando a imprigionare per dei mesi persino i ragazzini.

La speranza più concreta per porre fine a questa ingiustizia e arrivare finalmente alla pace è questo movimento di resistenza nonviolenta La storia ci ha insegnato come in ogni parte del mondo i movimenti nonviolenti hanno liberato le popolazioni, dall’India di Ghandi agli Stati Uniti di Martin Luther King al Sudafrica di Nelson Mandela.

Sappiamo che può funzionare, e comunque in questo caso è la nostra unica speranza. Questo movimento merita tutta la solidarietà internazionale possibile.

Per sostenere concretamente il movimento:

https://secure.avaaz.org/it/palestines_nonviolent_hope_loc/?bRwiHdb&v=27763

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