Sanzioni Russia: l’agroalimentare italiano perde 217 milioni. E la Sicilia?

di Giuseppe Consiglio

Ammontano a 217 milioni di euro le perdite per l’export agroalimentare italiano verso la Federazione Russa. Le ragioni di una simile flessione sono legate, com’è noto, alle sanzioni economiche emanate dall’UE nei confronti di Mosca, che impediscono ai produttori italiani di esportare frutta fresca, carni, latte e derivati, prodotti in merito ai quali si registra un calo del fatturato quantificabile, rispettivamente, in 12, 57 e 48 milioni di euro se raffrontate al periodo pre-embargo.

Impietosi dunque i risultati dell’analisi di ISMEA sulla bilancia commerciale con il partner euroasiatico, soprattutto se letti in relazione alla dinamica dell’import russo di prodotti agroalimentari italiani, che nel 2013 faceva registrare un +124% rispetto al 2009, con una netta imposizione dei prodotti Made in Italy su tutto il mercato russo.

Il perdurare dell’embargo non ha comunque impedito all’export agroalimentare italiano di compensare nel 2018 e almeno parzialmente le perdite, grazie alla crescita di altri comparti afferenti alle paste alimentari, ai pomodori pelati e polpe, ai tabacchi e agli oli. Con 945 milioni di euro di fatturato, l’Italia è il settimo fornitore mondiale della Federazione Russa ed il secondo paese comunitario dopo la Germania. Il nostro paese detiene tuttavia il primato nella vendita di vino confezionato.

E la Sicilia? Quali sono le performance dell’economia siciliana rispetto alle relazioni commerciali con la Russia? Con oltre 2 miliardi di euro di interscambio nel 2018, l’isola è il secondo partner commerciale dei russi, seconda in Italia alla sola Lombardia. Ma è bene precisare, come la bilancia commerciale penda a favore di Mosca che esporta in Sicilia principalmente materie prime minerali (per un valore di1,3 miliardi di euro) e di prodotti petroliferi (673,5 milioni di euro).

Le vendite di prodotti siciliani verso la Federazione rimangano però al palo: nel 2018 non si riesce ad andare oltre i 24 milioni euro, facendo registrare una perdita del 6,5% rispetto al 2017. Nello specifico i dati relativi ai prodotti agroalimentari, fanno registrare un calo del 5,4% nelle esportazioni attestandone il valore complessivo a 3,8 milioni di euro per il segmento in questione. È pertanto evidente come il potenziale delle imprese agroalimentari siciliane sia ancora da esprimere e se le sanzioni costituiscono un chiaro ostacola allo sviluppo delle relazioni commerciali con la Russia, queste non possono in ogni caso esser considerate un alibi sufficiente a giustificare performance tanto negative per un mercato come quello siciliano di sicuro interesse per Mosca.

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