Entro fine secolo Roma come Algeri, Berlino come Roma


Entro fine secolo Berlino avrà un clima tipicamente mediterraneo identico con le temperature che i turisti trovano oggi a Roma e contestualmente il clima della capitale d’Italia sarà simile a quello di Algeri, Tripoli e Tunisi o di regioni come l’Andalusia. Lo indicano le proiezioni sui cambiamenti climatici e l’ innalzamento della temperature, presentate dai professori Wilfierd Endlicher (dell’Università Humboldt di Berlino) e Massimiliano Fazzini (Università di Ferrara) ai Colloqui internazionali 2011 Aic (Associazione internazionale di climatologia), nell’ambito dell’evento Climaticamente, a Rovereto, in Trentino, con la presenza di 150 esperti di 26 nazioni dei cinque continenti.

Tra le conseguenze dirette del cambio di clima, per quanto riguarda Roma vi sarà un aumento delle precipitazioni (e della loro intensità) nei periodi estivo e autunnale, meno pioggia in inverno. Le novità sono destinate a scombussolare anche il mondo del vino: tra 70/100 anni – ha detto Endlicher – si potrà coltivare la vite nella zona del mar Baltico, in Germania, Danimarca e Polonia. Sinora il limite storico a Nord coincideva con le regioni dello Champagne (Francia) e del Reno (Germania) ma già oggi non è più così.

“Alcuni italiani hanno ripreso a coltivare la vite nella zona di Charleroi e Liegi, in Belgio dove già in passato si produceva vino a livello familiare – ha chiarito Michel Erpicum, dell’Università di Liegi – ma con alterni risultati anno per anno, tanto che tale attività venne sospesa.

Ora ci si riprova e con risultati decisamente migliori”. L’innalzamento della temperatura porta novità anche in Francia – ha spiegato Gerard Beltrando, dell’Università Diderot di Parigi – dove tradizioni consolidate sono messe in dubbio. Si registra un netto miglioramento qualitativo delle uve nello Champagne e un calo di qualità nella zona di Bordeaux e nella Borgogna, con riflessi economici sia sulla produzione sia sulle coltivazioni.

E se in Italia con l’innalzamento della temperatura il limite in quota dei boschi di conifere è salito da 1.800 a 2.100/2.200 metri di altitudine – come emerge dai dati Meteomont della Forestale – “in Canada le foreste di latifoglie si trovano 50Km più a nord rispetto a 20/30 anni fa – ha concluso Andrea Hufty, dell’Università Laval del Quebec – con un notevole impatto sull’ecosistema e sulla fauna”.

Fonte: ANSA

Redazione

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